Si fa riferimento al concetto di “Great Reset” quando si vogliono trattare argomenti concernenti al cambiamento socio-economico indotto dal crollo causato dalla pandemia del 2020. Una proposta del World Economic Forum che vuole attuare una condotta politica volta ad una economia di recupero e sostenibile, spazzando via i vecchi credo capitalistici che vedono nel profitto esponenziale, subitaneo
e a breve scadenza la massima realizzazione producendo su tutti i fronti conseguenze negative relative alla presenza dell’uomo sul pianeta. In particolar modo evidenzia il fallimento di un sistema che basa il suo operato sul bisogno indotto e dimentica le necessità umane investendo sulla produzione di beni corruttibili e non necessari, sulla speculazione, sullo sfruttamento e ripartizione impari delle risorse naturali ed economiche.
Il reset auspica a una maggiore attenzione all’ambiente, a una società solidale ma allo stesso tempo non dimentica la reale possibilità di un risvolto apocalittico in cui una dittatura globale prediligerà l’operato della tecnologia relegando l’uomo a consumatore passivo in un’ottica transumanista.
In questo nuovissimo nucleo di lavori scultorei, nati perlopiù durante i lunghi mesi di lockdown, Francesco De Molfetta aka "DEMO" ha tentato di questionare questo mutamento nei costumi/nsumi. Quanto siamo dipendenti ,ad oggi, da un fittissimo schema di logistica internazionale atto a consegnarci generi di prima necessità e futilità? Chi avrebbe pensato, anche solo 20 anni fa, che il domicilio sarebbe stata la nostra roccaforte identitaria, il nostro "punctum" dal quale monitorare il mondo e al quale far pervenire una selezione di articoli necessari al nostro benessere? Dunque non più il centro commerciale che fungeva da ritrovo comunitario ma la virtualità sistemica radicata che subdolamente innesca bisogni e infligge desideri. Nasce l' "home-tainment" (crasi tra home e entertainment), le persone riscoprono la dimensione domestica: i pasti si consumano in casa, forniti da una schiera di fulminei "riders" che prestano i loro quadricipiti al servizio del nostro nutrimento. Ecco dunque i servizi di "Glovo", "Just Eat", " Deliveroo", in competizione per efficienza e riduzione di tempistica di consegna. La scultura "glovious/ glovioso" illustra un Perseo che trafigge una capiente sacca di Glovo, al posto della testa della Medusa. È questo lo scalpo feticcio della sua gloria vittoriosa, ed è proprio dalla lacerazione di questa sacca, eseguita con il gladio, che deborda ogni genere di capriccio alimentare, colando come sangue dalle ferite in seguito ad un'acerrima battaglia. Tutta la retorica scultorea accademica viene ritrattata con la rivisitazione dei maggiori marchi di corrieri (DHL, Fedex , UPS ecc.). I brands imperversano persino nella nostra scelta logistica-raccontando così nuovi cantori d'amore (DHLove), furti di cuccioli illegalmente trafugati in totale disrispetto dell'ordine naturale dell'allevamento (United Puppy Service); persino la celeberrima Ferragni nazionale attende una missiva d'Amore dal suo FedeX/Z.
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