Nel ringraziare tutti i partecipanti, di seguito vi presentiamo il progetto vincitore e le menzioni speciali:

 

VINCITORE: “V.U.C.A.” – Autore: GABRIELE SINISCALCO

La struttura del progetto si pone l’obiettivo di fornire uno spaccato della realtà che tutti oggi ci troviamo ad affrontare, in modo semplice, lampante, nel quale “l’intero scenario ambientato nel bianco, indica una crisi di “orientamento omologato” e riflette la precarietà sul futuro e sul momento complesso che stiamo attraversando”. Dal punto di vista formale i personaggi rappresentati sulla tela si mostrano nella frenesia della vita moderna, di cui è facile cogliere l’effetto solipsista della figura umana, oggi giorno ampliato dalle nuove distanze che ci separano a causa della pandemia; in modo estremamente funzionale la grandezza delle tele è di un metro esatto. La realizzazione formale dell’opera è di alto livello e, ai fine del messaggio, è stata fondamentale la scelta di far fruire l’opera attraverso una sovrapposizione di due diverse modalità di riproduzione figurativa.

"Questo nuovo progetto, nato da una riflessione scaturita dal distanziamento sociale causa Covid-19 riflette il nostro vivere contemporaneo, nello specifico le abitudini sempre più frequenti dell’uomo a mantenere dei ritmi accelerati, causa digitalizzazione che tutti usufruiamo quotidianamente.
L’opera è composta da due tele di 1x1 metro indicante la distanza simbolica, il metro quadrato che oggi ci separa dagli altri; gli stessi personaggi illustrati sono distanziati rappresentando un'attesa incerta e statica in tutta la composizione, eseguita attraverso una texture verticale ad inchiostro.
Osservando i personaggi raffigurati sulla tela, si nota la loro assenza espressa dalla mancanza fisica degli stessi all’interno degli oggetti che li vestono coprendoli e al tempo stesso caratterizzandoli es. (scarpe, pantaloni, felpe, borse, anelli e mascherine appoggiate sui loro non-volti/non-corpi).
L’intero scenario ambientato nel bianco, indica una crisi di “orientamento omologato” e riflette la precarietà sul futuro e sul momento complesso che stiamo attraversando.
A completare la fruizione del lavoro è l’aggiunta della videoproiezione su entrambe le tele di una folla tutt’altro che statica, creando sovrapposizioni confuse su tutta la superficie, manifestazione di una velocità sociale che non permette la visione dell’altro, bensì corpi sovrapposti resi velati, cechi e passivi diretti in qualche destinazione a noi sconosciuta. Immersi nel non-luogo di un posto transitorio; volutamente proiettati a rallenty, rafforzando il bisogno di tornare ad uno stato meno alterato e frenetico della realtà che ci circonda.
Ai piedi degli individui si trova raffigurata una lettera per ogni gruppo di persone determinandone il nome del progetto e dell’intera poetica: V.U.C.A. (Volatility-Uncertainty-Complexity-Ambiguity)" Gabriele Siniscalco

  

 

MENZIONI SPECIALI:

 

“PUNTO ZERO” – Autore: VALENTINA ZAMAI

Il progetto si presenta come un’opera in continua mutazione che segue l’essere stesso della sua creatrice, dando libero sfogo a quella che è la sua immaginazione. Interessante è l’approccio sinergico tra diverse discipline: arti pittoriche, grafiche, tessili, ma allo stesso tempo abbracciando letteratura, poesia, teatro e filosofia, che si intersecano fra tradizione occidentale e russa, per dar vita ad un progetto che si presenta ricco di sfaccettature e realizzazioni complesse.

 

“MEMISTICO”- Autore: Iachini Alessia

Il progetto si pone l’obiettivo davvero interessante di intrecciare la dicotomia sacro-profano con l’accostamento del materiale figurativo dei social: i Meme, “che hanno il fine di comunicare messaggi spesso ironici e sarcastici e questo li rende parte di un materiale infinito e perennemente consultabile: si tratta di una realtà aperta e in continua mutazione”. In un momento storico così drammatico e soprattutto destabilizzante l’idea di far confluire questi mondi così distanti rappresenta a livello teorico un tassello di quello sconvolgimento della realtà al quale abbiamo dovuto far fronte.

 

“SAN GIORGIO CONTRO IL VIRUS”- Autore: Emanuele Mandolfo

L’artista ha dato vita ad un progetto permeato dal fascino che nei millenni la figura di San Giorgio ha scaturito, facendo nascere una nuova leggenda attorno a questa figura attraverso una vera e propria storia illustrata, passando per una ricerca iconografia estremamente attenta e pedissequa delle opere da riprodurre; grazie alla quale si ottiene un racconto suggestivo della pandemia, colta da un nuovo punto di vista.

 

“STATEMENT”  - Autore: GIADA ROTUNDO

Il progetto si presenta estremamente vario per le diverse serie presentate dall’artista, con una predilezione particolare per i soggetti femminili, dei quali coglie l’armonia delle forme, all’interno di un’aurea trasognata. L’artista realizza alcune opere attraverso uno stile pittorico personale e con un piglio decisamente pop, eccentrico, ma soprattutto di tendenza rispetto al mercato dell’arte.

 

“MAI NATI” – Autore: Michele D’Amico

La realizzazione del progetto segue l’immaginazione mutevole e la creatività dell’artista, che tracciano macchie, contorni e linee producendo ritratti e luoghi immaginari. I personaggi abitano lo spazio pittorico e lì rimangono, in una continua mutazione degli ambienti e dei corpi, in una resa estremamente personale e già fortemente caratterizzata.

 

“SEME MA SPIGA”- Autore: Valentina Stella

La struttura del progetto ha l’interessante fine di raccontare tematiche attuali come la solitudine e

la speranza, che al giorno d’oggi si fanno più pressanti e incisive nella società. Ciò che sta avvenendo in questo momento è visto come una transizione necessaria per poter stabilire una nuova normalità più inclusiva e sicura per tutti, in modo che anche un periodo complicato possa risultare un processo di miglioramento. Il progetto non viene svelato nella sua totalità, resta celato in parte. Interessante è la fruizione con la quale si vuole presentare le opere, riproponendo l’effetto di isolamento dato dalla pandemia all’interno dello spazio espositivo.

 

Testi di Maria Laura Zanetti